Il bianco, il rosa, il giallo e la muffa

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Il bianco, il rosa, il giallo e la muffa.

Il bianco è il colore che domina il mio blog. Lui è nato per caso, ma soprattutto per me, per nessun altro, solo per me. Ho una storia anonima, umana, ai più insignificante, banale, ma non scontata. Il mio intento era sognare. L’unica avventura che non costa nulla, non implica complicazioni, un pane quotidiano senza carboidrati, che puoi farcire con altrettanti sogni intimi, personali. Di sicuro l’ultima cosa che si pensa è che anche in un sogno possa palesarsi il “MA“. Come sempre, da buona congiunzione coordinativa avversaria, esprime una esplicita contrapposizione al sogno. Ci credi ancora, lo fai per una strana forma di egoismo.
Dai ancora fiducia, riesci ancora a sperare e sognare. Ti dai forza pensando che non può sempre essere così. Ci credi, fai di tutto per crederci. Ti impegni. Ti violenti per alzarti la mattina. Ti violenti per avere il sorriso. Ti violenti la mente perché pensi positivo. Ti violenti per far trascorrere le ore. Ti violenti l’anima, ma soprattutto la mente per far sì che non si giri ad osservare quell’angolo nero della sua camera, che nonostante tutto tinteggi di bianco rosa e giallo tutti i giorni, ma l’occhio vede l’ombra, la vede, la sente. Sente il fiato sulla pelle di quell’angolo nero. Non importa. Tra te e te pensi, “non ti distrarre, la parete è del colore che vuoi tu anche oggi…”. Passano i giorni e tieni sempre gli occhi fissi su quel colore che ti dona calma, ma è calma apparente. La macchia nera piano piano si ingrandisce. Come muffa ricopre la parete bianca, rosa e gialla dei tuoi sogni. Ancora una volta ha vinto. Prende il sopravvento e ti divora.

E’ una bestia che ti devasta…

E’ una bestia che devasta. Ti chiude lo stomaco, ti si adagia sulle spalle, sulla testa, sulle palpebre. Si apre come un ombrello e ti avvolge come una pellicola. Soffoca, ti fa mancare l’aria, la terra sotto i piedi, e pensi che non è servito violentarti la mente, avevi creduto davvero che potesse essere davvero la volta giusta. Ancora una volta, ancora una. Non smetterà mai di succedere. E’ come mangiare un’arancia aspra, speri che il boccone successivo sia meno acido, ma in realtà è il tuo palato che si adeguato al gusto, non tu e lui ne chiede ancora.
I muscoli si svuotano, non hai più sostanza. Hai dato tutto. Non hai più potere per decidere, non ha più voglia di farlo. Vorresti solo dissolverti ed essere leggera. Ma non succederà più, non hai più niente da dare.
La macchia nera che intravedevi con la coda dell’occhio ha invaso tutta la tua parete bianca, rosa e gialla. Lo sapevi, ma non volevi vederla. E’ stupidità, è desiderio di continuare a vedere i colori, consapevole del fatto che ora vedrai solo il nero. Questa è la delusione.
Ti lascia sfinita, vuota, inebetita, vorresti solo urlare, ma sarebbe un urlo contro la muffa che hai addosso che ricopre la pelle. Ormai ti ha invaso l’esofago, è scesa nello stomaco e ricopre tutto quello che sei e ti arrendi.

Non colori più le pareti di bianco, rosa e giallo.

Non colori, non sogni, non ti alzi, non respiri, non ti muovi, non esisti, non sopravvivi, non vivi.

Ha vinto la delusione.

M@nu.

Il bianco, il rosa, il giallo e la muffa | © Stylettissimo.it
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Autore

Tre amiche, tre vite, tre mondi diversi, un solo amore… le borse, le scarpe, gli accessori.

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